Il Santuario Domestico "Cor Unum in Matre"

Il Santuario Domestico "Cor Unum in Matre"

 

Il nostro Santuario Domestico, che unisce nel vincolo di un'unica Famiglia noi e il nostro "sacerdote familiare" don Valentino, è stato inaugurato con la Santa Messa dal responsabile del Movimento di Schoenstatt per l'Italia, padre Giovanni Riba il 26 maggio 2015 e nasce dalla grande fecondità del suo fondatore, padre Josef Kentenich, negli anni dell'esilio in America.

IL Santuario Domestico “Cor Unum in Matre”, che unisce la Famiglia e il Sacerdote, con i rispettivi sacramenti sponsali con Dio, in un unico cuore sotto il manto della Madre, diventa per la famiglia il vero cuore pulsante della casa, il focolare spirituale. Ci piacerebbe che la specificità del nostro santuario possa incoraggiare altre famiglie ed altri sacerdoti a creare vincoli domestici, che rendano più feconda la vita sacramentale sia del Matrimonio che dell'Ordine Ministeriale.
Per particolare dono al Santuario Domestico sono associate integralmente le tre Grazie proprie di ogni Santuario di Schoenstatt: Accoglienza, Conversione, Missionarietà.
Desideriamo mettere a disposizione degli Amici di Marta e Maria il nostro Santuario, per questo ci raccogliamo intorno a Maria nel suo Santuario, per pregare insieme con il cuore ed approfondire la nostra fede in una formazione costante.  

Qui di seguito una testimonianza di Carlo sul senso del Santuario:

"Il santuario domestico è per noi l'incarnazione e la manifestazione del nostro amore. Tutte le esperienze che abbiamo fatto separatamente, e poi in comune, dal punto di vista spirituale, sono come le pietre, o i tasselli, che hanno dato consistenza al santuario. Questo è dunque per noi anche un archivio vivente del nostro cammino spirituale. Lo si può vedere anche come una sorgente, a cui tutti i membri della famiglia vanno ad abbeverarsi quando l'arsura si fa troppo forte. Oppure lo si potrebbe vedere come il motore di quest'ultima, come ciò che la mette in grado di essere e di agire. 

Noi vorremmo che il nostro santuario diventasse anche un centro di irradiazione per il territorio, per i nostri amici, per la parrocchia. I doni che Dio ci ha dato con singolare abbondanza, e che sono custoditi in esso come in uno scrigno trasparente, noi vorremmo metterli a disposizione di tutti. Qui il santuario ci appare come un'ancora di salvezza, o una scialuppa di salvataggio, in grado di salvare chiunque ce ne faccia richiesta. Diventa così anche una lampada, che fa luce a chi ancora cammina nel buio, è una bussola che dà orientamento, è un cibo spirituale che ristora, è l'arca dell'alleanza per chi vuole riannodare il suo rapporto con Dio. I simboli con i quali è possibile raffigurare sono molteplici, come molteplici sono quelli che materialmente lo adornano."