Perché "Marta e Maria"
L'Amore nasce da Dio, perché, come ci ricorda S. Giovanni, “Dio è amore”. Quando Lo contempliamo facciamo scorta nel cuore di quell'Amore puro da riversare sugli altri. Non deve esserci mai antagonismo tra parte contemplativa e parte attiva (Maria e Marta), ma perfetto equilibrio. Spesso, una volta scoperta la bellezza della preghiera contemplativa, come laici sentiamo una intima sofferenza nella continua tensione tra la contemplazione ed i doveri legati al nostro stato di vita. Abbiamo trovato il nostro Tabor e non vorremmo più lasciarlo... come vivere da laici, senza rinunciare alla chiamata di ogni cristiano ad una vita mistica?
Attraverso la pratica quotidiana della preghiera del cuore possiamo eliminare questo dualismo e attuare quella chiamata al “pregate incessantemente” che ci suggerisce S. Paolo. Non si tratta ovviamente di pregare in senso stretto tutto il giorno, ma di vivere costantemente alla presenza di Dio, di averlo nel cuore ed essere nel Suo cuore, in ogni attività quotidiana.
Un altro insegnamento che ci dona la storia di Marta e Maria è che dobbiamo purificare il nostro Amore e non darci da fare per sentirci utili o farci ammirare e ringraziare (lo spirito con cui Marta preparava per Gesù). Neanche verso Gesù dobbiamo avere questo spirito.
Dobbiamo essere consapevoli che siamo infinitamente amati non per quello che facciamo “per Dio”, ma solo per quello che siamo, così come siamo, miseri, logori, pieni di peccati. Allora avremo una impostazione meno mercenaria nel rapporto con il Signore e con il prossimo. Nella preghiera del cuore cerchiamo appunto di percepire e conoscere l'Amore di cui siamo oggetto da parte di Dio. Allora saremo liberi di amare, capaci di amare, irradiando quell'Amore di cui porteremo in seno la sorgente. Cerchiamo dunque di unire sempre contemplazione e letture spirituali al volontariato e alle opere di evangelizzazione.