INTRODUZIONE ALLA MISTICA SPECULATIVA
INTRODUZIONE ALLA MISTICA SPECULATIVA
Nel Prologo del Vangelo di Giovanni troviamo scritto: “In principio era il Linguaggio (Lògos), e il Linguaggio era presso Dio, e Dio era il Linguaggio”. Questo Linguaggio, o Verbo, si è incarnato, e ci ha fatto conoscere il Padre, dal quale era stato generato eternamente. Prima ancora, “per mezzo di questo Linguaggio avvenne tutto, e senza di Lui non sarebbe accaduto niente di ciò che è accaduto”. Dall'altra parte, o secondo un altro inizio, Aristotele definisce l'uomo come zòon lògon echon, e cioè come un “animale (essere vivente) dotato di linguaggio”.
Secondo la mistica ebraica, volgarmente detta Cabala, ogni lettera dell'alfabeto racchiude in sé una delle perfezioni di Dio. Ovunque ci spostiamo, dall'Oriente all'Occidente, dalla filosofia greca all'islàm, non c'è altro inizio possibile; il linguaggio infatti, sia pure imperfettamente, rimanda all'Onnipotenza, e cioè al primo attributo di Dio. Nel linguaggio si può dire tutto, come a Dio è stato possibile creare tutto. E Dio ha creato tutto mediante il linguaggio, per mezzo del quale noi possiamo cercare di arrampicarci faticosamente fino a Lui.
Se infatti Galileo, e con lui tutta la tradizione scientifica successiva, ci hanno invitato a guardare al mondo come a “un libro, i cui caratteri sono i simboli e le verità matematiche”, noi al contrario consideriamo il Libro dei Libri, la Bibbia, come l'unico mondo del quale voler scoprire le leggi, e intendere il significato. Dal momento in cui il Linguaggio si è incarnato, infatti, le cose che Dio aveva creato come segni del Suo amore e della Sua benevolenza per noi sono ridiventate i segni di questo stesso amore e di questa stessa benevolenza.
Il pozzo, la dracma, la pecora, il lievito, la vigna sono stati investiti, come all'inizio della Creazione, dal vento dello Spirito, ritornando a significare ciò per cui erano stati creati. Questa è la liberazione della natura di cui parla San Paolo (Romani, 8, 19-25); questo è il motivo per cui Gesù ci ha detto: “Il regno di Dio è in mezzo a voi” (Luca, 17-21).
Nel silenzio, come Maria, si coltiva questa beatitudine dentro di sé. Soltanto a fatica si apre le labbra per parlarne, ma quando questo avviene, ne sgorga un canto inarrestabile, come quello di Maria nel Magnificat. Lei ha cantato, per la prima e per l'ultima volta, a gola così spiegata, perché la Parola che stava crescendo nel suo seno non lo poteva ancora fare: lei Gli ha prestato la voce del suo silenzio, della sua totale accoglienza. Quando si assume un atteggiamento mistico si diventa facilmente “miti e umili di cuore”, perché, socraticamente, si “sa di non sapere”, e che tutto ciò che possiamo eventualmente scoprire, sia in noi che fuori di noi, “ci è stato donato dall'alto”. Quando si assume un atteggiamento mistico, si relativizza tutto, tranne l'Assoluto.
La mistica speculativa vuole essere un chiarimento, logico e razionale, di questo atteggiamento mistico. Ad un mistico non serve la speculazione, ma ad una persona che ama speculare la mistica offre un terreno infinito. Per questo si è dato il caso di pensatori non spesso cristiani o addirittura atei che vi hanno trovato l'alimento principale alla loro meditazione (v. Heidegger). Inversamente, dei pensatori cristiani, addirittura santi, ne sono stati spinti con tale violenza alle frontiere del conoscibile, da aver smarrito quasi l'orientamento dell'ortodossia (v. Origene). Se infatti già la filosofia fa perdere al mondo qualunque certezza, che non sia stata ella stessa a conferire, quanto questo non sarà più vero per quella “filosofia sacra” che è la mistica speculativa? Dove porre limiti alla meditazione sulla Possibilità o sul Padre? Come ritrarsi di fronte all'abisso della Necessità o del Figlio? A che cosa ancorarsi nella riflessione sulla Realtà o sullo Spirito Santo? Se Dio è infinito, non lo diventerà anche la riflessione che Lo riguarda? Proprio per lasciarci guidare in questo cammino, che è più che altro un volo…, abbiamo deciso di affiancare alla parte originale, dal titolo La struttura assoluta, una parte più manualistica, dal titolo Mistici di occidente e d'oriente. In essa cercheremo quei riferimenti e quei punti d'appoggio, che sono quanto mai necessari in una ricerca come questa.
Carlo