La nostra preghiera "di" cuore

La nostra preghiera "di" cuore

 

Puoi vivere insieme a noi la preghiera del cuore con questo video:

https://youtu.be/7fqbhQz1CGI

 

Qualcuno tempo fa mi faceva riflettere che probabilmente quella che pratichiamo insieme non può chiamarsi tecnicamente “preghiera del cuore”. Diversamente da questa, la nostra di fatto è semplicemente un incontro nell'amore con il Signore. Una esperienza del Suo Amore. Noi preghiamo aprendo il cuore, accogliendo l'Altro con il cuore, in un rapporto che ha per base l'Amore. Non abbiamo troppe regole perché la preghiera è un “passo a due”, è una danza, un incastro di cuori. Anche le tre fasi che utilizziamo per darci uno schema quando siamo all'inizio di questa esperienza, vanno vissute con molta libertà: spesso una delle tre prevale sulle altre, a volte le oscura del tutto. Capita a volte, andando avanti in questa preghiera, che ci è impossibile la fase del “parlo con Dio”, che invece all' inizio del percorso è la parte preponderante. Come accade in ogni incontro a due, nulla è programmabile da un solo punto di vista, appunto perché il risultato è il frutto di due diverse personalità che in qualche modo incontrandosi danno luogo ad una infusione dell'uno nell'altro e alla fine chi ha veramente pregato si trova diverso da quello che era prima, spesso senza rendersene sensibilmente conto. Dio agisce sul nostro spirito anche se non dovessimo fare alcuna esperienza di Lui. Ma non dobbiamo avere alcuna aspettativa. Non c'è un risultato minimo da raggiungere per poter dire di aver pregato correttamente. Tutto va bene. Sempre. Più hai pregato in modo semplice meglio sarà. Per questo la preghiera, anche se ci sembra di aver perso tempo, magari per le tante distrazioni, non è mai tempo inutile. Agli occhi del mondo è sicuramente un perder tempo, non è produttiva. Ma, in senso ovviamente opposto, anche per i maestri della preghiera di ogni tempo la vera preghiera, quella profonda, è un vero perdere tempo CON Dio. Quando pregando arrivi a non chiedere, non ringraziare, non lodare, non parlare, non ascoltare, non adorare con la mente, allora il tuo spirito raggiunge un punto ludico (nel senso che come nel gioco sei completamente improduttivo, senza interesse, senza fine da raggiungere, senza logica dello scambio). Lasci fuori dalla preghiera tutto te stesso e finalmente ti lasci immergere completamente in Dio. Non guardi più la Sua presenza in te e smetti di osservarti mentre fai orazione, ma ti dimentichi e lasci che la forza del suo amore ti attiri, ti circondi e ti racchiuda nel Suo cuore, nelle Sue viscere, come un feto prezioso. Tu in Lui e Lui in te, in modo che è impossibile distinguere i due che si fanno uno, come gli amanti. Tu fai sempre di meno, diventi sempre più passivo, e il gioco d'amore va a condurlo il Signore. Fino a sperimentare con S. Paolo, rivestito di Cristo, “non sono io che vivo ma Cristo vive in me