04 / 03 / 2017
Il Padre nel Vangelo di Luca
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UNA QUARESIMA PER SCOPRIRE IL PADRE
2) IL PADRE NEL VANGELO DI LUCA
Carissimi iniziamo oggi il cammino quaresimale alla ricerca del Padre, così come ve lo abbiamo presentato nella lettera del Mercoledì delle Ceneri. E’ importante rileggere velocemente l’ultima newsletter per ricordare il nostro programma che intendiamo qui interamente richiamato. Domenica dopo domenica, scopriremo come Gesù parla del Padre e come si relaziona con Lui. Sarà il nostro Maestro della conoscenza del Padre. Ogni domenica un evangelista diverso. Metteremo insieme tanti tasselli che alla fine formeranno un meraviglioso mosaico: il Volto del Padre.
Partiremo da Luca, perché ci fornisce i primi indizi della relazione di Gesù con il Padre, fin dall’infanzia; percorreremo cronologicamente tutta la vita di Gesù ed il suo rapporto con il Padre. Saranno sedici citazioni diverse, con poche tracce di riflessione da parte nostra. Non leggetele ora tutte insieme: prendetene almeno due o tre ogni giorno di questa settimana e, come avete ormai imparato, fatene la vostra personalissima preghiera del cuore, meditazione ed esperienza: parlo, ascolto, contemplo. Scriveteci, condividete con noi questa nuova esperienza!
Citazioni dal Vangelo di Luca:
- Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui. (2,40)
Qui non si parla di una grazia speciale su Gesù: sapienza e grazia sono infuse da Dio in qualunque creatura. Proietta questo su di te in preghiera. Senti questa presenza della grazia su di te. Considera che uso ne fai.
- Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero le sue parole. (2, 46-50)
Gesù dodicenne, ancora bambino, ha ben chiaro l’unico senso della sua vita: occuparsi delle cose del Padre. Anche a costo di deludere chi gli sta accanto, di non essere compreso. Non è diverso per noi. Il piccolo Gesù ci è già Maestro. Aveva come ciascuno di noi un padre terreno, Giuseppe, ma ci mostra che il vero Padre è uno solo. Abbiamo visto come siamo famiglia di Dio, con Dio, interroghiamoci dunque se abbiamo a cuore ciò che sta a cuore al Padre.
- Partì dunque con loro e tornò a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre serbava tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. (2, 51-52)
Una volta messo in chiaro il senso della Missione, Gesù torna all’obbedienza propria del suo stato, restando sottomesso a Maria e Giuseppe. Luca torna ancora a sottolineare la presenza costante del Padre. Seguire la nostra Missione di Figli non snatura la nostra vita. Difficilmente una Missione ci porterà contro i nostri “doveri di stato”. Così ci insegna Gesù: una volta manifestato il senso della sua vita torna in famiglia e resterà sottomesso per altri 18 anni, nel silenzio della preghiera e del lavoro. Tutto questo non sfugge allo spirito vigile di Maria, Ella custodisce tutto questo nel cuore, ne percepisce il mistero nascosto, pur comprendendo ancora in modo confuso, senza pretendere di capire, aspettando i tempi di Dio. Come viviamo noi l’obbedienza a Dio e al nostro stato di vita? Confidiamo, per riuscirci, nella presenza e nella grazia di Dio?
- Quando tutto il popolo fu battezzato e mentre Gesù, ricevuto anche lui il battesimo, stava in preghiera, il cielo si aprì e scese su di lui lo Spirito Santo in apparenza corporea, come di colomba, e vi fu una voce dal cielo: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». (3,21-22)
Senti queste parole su di te: «Tu sei il mio figlio prediletto, in te mi sono compiaciuto». Con il battesimo e con ogni sacramento vieni colmato di Spirito Santo e continuamente il Padre si compiace di te e ti ama con amore di predilezione, come se fossi un figlio unico. Sei un prodigio per il Padre, perché sei opera delle sue mani e tutto ciò che Lui crea è meraviglioso e irripetibile, perché esce dalle sue mani… guarisci i tuoi sensi di inadeguatezza e la tua disistima restando a lungo in silenzio sotto questo sguardo amante di Dio. Non ti guarda con pena, con severità o con disprezzo, ma con compiacimento! Sei la gioia di Dio! Lasciati ricreare ogni giorno da questo sguardo. Sappi vedere anche tu la tua bellezza e quella di ogni altra creatura!
- Gesù, pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto dove, per quaranta giorni, fu tentato dal diavolo. Non mangiò nulla in quei giorni; ma quando furono terminati ebbe fame. Allora il diavolo gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di' a questa pietra che diventi pane». Gesù gli rispose: «Sta scritto: Non di solo pane vivrà l'uomo». (4, 1-4)
Gesù ci insegna come vincere le tentazioni e in particolare ci mostra che il rapporto con il Padre nasce dall’amore e non è costruito sull’interesse. Non è un amore mercenario della creatura verso la potenza del creatore, al quale può cercare di strappare qualcosa per sé. Non usa il Padre per ottenere qualcosa ma si relaziona con Lui per amarlo. Ci insegnerà più tardi che il suo nutrimento sarà la volontà del Padre, l’unione con Lui. Nella nostra preghiera ci rivolgiamo a Dio solo per ottenere, stile “gettoniera”, oppure pregare significa per noi soprattutto amare Dio, stare insieme a Lui e rimetterci in tutto nelle sue mani di Padre?
- Si recò a Nazaret, dove era stato allevato; ed entrò, secondo il suo solito, di sabato nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; apertolo trovò il passo dove era scritto:
“Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.” Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». (4, 16-20)
“Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l'unzione, e mi ha mandato per annunziare ai poveri un lieto messaggio, per proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; per rimettere in libertà gli oppressi, e predicare un anno di grazia del Signore.” Poi arrotolò il volume, lo consegnò all'inserviente e sedette. Gli occhi di tutti nella sinagoga stavano fissi sopra di lui. Allora cominciò a dire: «Oggi si è adempiuta questa Scrittura che voi avete udita con i vostri orecchi». (4, 16-20)
Anche ciascuno di noi è stato inviato, lo Spirito del Signore ci ha consacrato, particolarmente nel giorno della Cresima, ma anche in ogni Eucarestia, in ogni sacramento, in ogni incontro con Dio nella preghiera. Lo Spirito del Signore è su di te! Ti ha unto e ti ha inviato! Siamo tutti sacerdoti del Padre, e qui Gesù ci presenta il programma del nostro sacerdozio. Leggi lentamente quello che il Padre si aspetta da te, quello che il mondo si aspetta da te. A che punto sei del programma?
- Alzati gli occhi verso i suoi discepoli, Gesù diceva: «Beati voi poveri, perché vostro è il regno di Dio (6,20). Amate invece i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperarne nulla, e il vostro premio sarà grande e sarete figli dell'Altissimo; perché egli è benevolo verso gl'ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi, come è misericordioso il Padre vostro. Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; perdonate e vi sarà perdonato; date e vi sarà dato; una buona misura, pigiata, scossa e traboccante vi sarà versata nel grembo, perché con la misura con cui misurate, sarà misurato a voi in cambio». (6, 35-38)
Nel Discorso delle Beatitudini Gesù presenta diversi caratteri fondamentali del Padre; non li espone direttamente, ma ce li indica presentandoci quello che deve essere il comportamento di un figlio che, come tale, voglia somigliare a chi lo ha generato: 1) il Padre è Colui che dona il possesso del Regno ad una particolare categoria di persone, i poveri, quelli che sanno di non possedere nulla da se stessi ma attendono ogni bene da Dio; 2) ama anche coloro che non lo amano, proprio perché è un padre; 3) è benevolo (senza pregiudizio) verso i malvagi, è aperto al perdono, alla riconciliazione, nessuna offesa rompe l’alleanza, il “per sempre” di Dio; 4) è misericordioso, è in rapporto con i figli con viscere di madre; 5) non giudica e non condanna e perdona i figli se questi rinunciano a giudizio e condanna verso gli altri e sanno perdonare; 6) dona ogni bene, spirituale e materiale, nella stessa misura con la quale i figli donano. Esaminiamoci in preghiera, chiedendo la luce dello Spirito, su questi punti…somigliamo, come veri figli, a questo Padre?
- Chi ascolta voi ascolta me, chi disprezza voi disprezza me. E chi disprezza me disprezza colui che mi ha mandato». (10,16)
Il discorso si fa ancor più spirituale e ci apre alla vette della mistica: l’Unione con Dio. C’è una identificazione mistica, sponsale, tra il discepolo e il Maestro, la stessa che esiste tra Lui e il Padre. Entra in punta di piedi in questo mistero…non posso spiegartelo, devi viverlo…
- In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».
E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono». (10, 21-24)
Gesù esulta di gioia contemplando il Padre, lo loda perché ha scelto di rivelarsi ai piccoli, a quelli che non pretendono di sapere ma capiscono che non sono nulla se non i bambini di Dio. Quindi ci fa capire che per fare esperienza del Padre bisogna tornare ad essere così, riscoprire l’umiltà che altro non è che uno sguardo di verità su di noi nella luce che solo lo Spirito può dare. Aggiunge poi che solo il Figlio sa chi è il Padre e solo Lui può rivelare il volto del Padre a chi si fa piccolo. Solo Gesù è per noi la via per conoscere il Padre. Non ci sono altre strade, per questo stiamo facendo oggi questo viaggio attraverso la vita di Gesù. Infatti aggiunge che i discepoli sono beati, perché possono vedere e udire il Figlio e in Lui anche il Padre! Questa beatitudine scende anche su di noi oggi: nella Rivelazione, nell’Eucarestia, nella preghiera, contempliamo il Figlio e in Lui il Padre. Lodiamo il Signore che nella sua misericordia ha voluto chiamarci tra coloro che lo conoscono! Oggi loda Dio e considera profondamente il dono grande che hai ricevuto: la fede e il rapporto costante con Lui!
- Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite: Padre, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno; dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».
Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!». (11, 2-9)
e perdonaci i nostri peccati, perché anche noi perdoniamo ad ogni nostro debitore, e non ci indurre in tentazione».
Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall'interno gli risponde: Non m'importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza. Ebbene io vi dico: Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede ottiene, chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. Quale padre tra voi, se il figlio gli chiede un pane, gli darà una pietra? O se gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe? O se gli chiede un uovo, gli darà uno scorpione? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono!». (11, 2-9)
Quante cose vorrei dirvi su questo, ma non è possibile! Spunti: 1) Quando pregate dite “Padre”: è l’Abbà del linguaggio familiare del bambino nell’intimità domestica della famiglia, il nostro “papà”. Impara pregando il Padre a chiamarlo papà. All’inizio ti sarà difficile, ma se perseveri riuscirai e il tuo rapporto con Lui metterà le ali. 2) Chiedi il necessario ma rimettendoti in ogni caso nelle sue mani. Prega non solo come figlio ma anche come fratello, chiedi solo per oggi e solo il necessario all’oggi. 3) Prega senza stancarti, senza voler vedere subito il risultato. Ogni preghiera è sempre ascoltata e ottiene sempre qualcosa di molto buono perché esce direttamente dal cuore di Dio. Dai al Padre una seconda possibilità: se non crede opportuno per il tuo bene concederti ciò che chiedi, prega che ti dia la grazia di darti una alternativa che ti faccia superare la necessità di ottenere il bene richiesto o che ti dia la forza immensa che deriva dal miracolo di sentire in modo sensibile il suo amore: ti farà superare con gioia ogni grazia negata, perché è Lui la grazia più grande! In fondo questo è il dono dello Spirito Santo che verrà dato sicuramente a chi lo chiederà!
- Poi disse ai discepoli: «Per questo io vi dico: Non datevi pensiero per la vostra vita, di quello che mangerete; né per il vostro corpo, come lo vestirete. La vita vale più del cibo e il corpo più del vestito. Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre. Quanto più degli uccelli voi valete! Chi di voi, per quanto si affanni, può aggiungere un'ora sola alla sua vita? Se dunque non avete potere neanche per la più piccola cosa, perché vi affannate del resto? Guardate i gigli, come crescono: non filano, non tessono: eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. Se dunque Dio veste così l'erba del campo, che oggi c'è e domani si getta nel forno, quanto più voi, gente di poca fede? Non cercate perciò che cosa mangerete e berrete, e non state con l'animo in ansia: di tutte queste cose si preoccupa la gente del mondo; ma il Padre vostro sa che ne avete bisogno. Cercate piuttosto il regno di Dio, e queste cose vi saranno date in aggiunta. Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno. (12, 22-32)
Stupendo! Prega questo passo immerso nella provvidenza amante di Dio! Tutta la tua esistenza si svolge nel palmo della sua mano, sotto il suo sguardo. Sei come un passero che viene custodito dal Padre stesso. Che tenerezza l’immagine del piccolo gregge! Sentiti piccolo agnello sotto la cura del pastore…Preoccupati allora solo di amarlo e di renderlo felice, cura i suoi interessi che sono ormai anche i tuoi, e vivi nella gioia dei Figli! Loda oggi in preghiera il Padre! Fai l’esperienza dell’agnello come puoi…
- Mi leverò e andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi garzoni. Partì e si incamminò verso suo padre. Quando era ancora lontano il padre lo vide e commosso gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: Padre, ho peccato contro il Cielo e contro di te; non sono più degno di esser chiamato tuo figlio. Ma il padre disse ai servi: Presto, portate qui il vestito più bello e rivestitelo, mettetegli l'anello al dito e i calzari ai piedi. Portate il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato. E cominciarono a far festa. (15, 18-24)
Il Padre lo vide quando era ancora lontano…come? Evidentemente era salito di vedetta sulla torre del suo palazzo, e ogni giorno con dolore e ansia gemeva aspettando il ritorno di quello che, qualunque cosa avesse fatto, sarebbe rimasto sempre e comunque suo figlio. Così è per noi: il Padre è colui che sempre ti aspetta, e quando finalmente torni in te e ti converti, quasi non ti fa parlare… non gli interessa umiliarti ma gli basta vedere che non lo hai dimenticato! Solo in Dio ho sperimentato questo amore. Tutto torna alla purezza delle origini con Lui. Il perdono è totale e getta i peccati in fondo al mare. Si fa festa e si ricomincia con più amore di prima! Entra in preghiera e incontra questo Padre, ti aspetta!
- Egli si arrabbiò, e non voleva entrare. Il padre allora uscì a pregarlo. Ma lui rispose a suo padre: Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai dato mai un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che questo tuo figlio che ha divorato i tuoi averi con le prostitute è tornato, per lui hai ammazzato il vitello grasso. Gli rispose il padre: Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato». (15, 28-32)
E’ lontano dal cuore del Padre il figlio maggiore…pieno di invidia, non ama né il fratello né il padre. Stupenda la risposta del Padre, che rivolge ad ognuno di noi: noi che vogliamo vivere in Lui siamo sempre con Lui, stiamo sempre insieme! E tutto ciò che è del Padre è nostro! Oggi pregando questo passo ho avuto questa immagine: ero seduta intorno ad un tavolo rotondo, in una casa, in famiglia, insieme alle Tre Persone Trinitarie. Noi quattro ci tenevamo per mano mentre pensavamo insieme a cosa si potesse fare per aiutare il mondo. Una immagine del cuore per esprimere che nel “tutto quello che è mio è tuo” c’è proprio questo: avere a cuore le preoccupazioni del Padre, gioire per le sue gioie e soffrire con Lui per il male di questo momento: i bimbi non nati, le maternità surrogate, l’eutanasia, lo sfruttamento, le guerre…lasciati toccare oggi dai sentimenti di Dio…
- Nessun servo può servire a due padroni: o odierà l'uno e amerà l'altro oppure si affezionerà all'uno e disprezzerà l'altro. Non potete servire a Dio e a mammona». (16,13)
Non c’è un male intrinseco nelle ricchezze, nei beni materiali, ma l’attaccamento a questi scatena la gelosia di Dio. Il Padre è un Dio molto geloso e vuole che il cuore dei figli sia tutto per sé, indiviso. Se riusciamo a mettere Lui al primo posto, a poco a poco recupereremo quello che inizialmente avremo sacrificato per Lui, ma tutto questo sarà ritrovato esclusivamente attraverso il cuore di Dio. Avremo tutto ma tra noi e il tutto ci sarà come un guscio, ritroveremo tutto da dentro il cuore di Dio. Nella preghiera sperimenta la passione esclusiva dell’amore di Dio…abbandonati senza paura allo Spirito...
- Poi si allontanò da loro quasi un tiro di sasso e, inginocchiatosi, pregava: «Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà». Gli apparve allora un angelo dal cielo a confortarlo. In preda all'angoscia, pregava più intensamente; e il suo sudore diventò come gocce di sangue che cadevano a terra. Poi, rialzatosi dalla preghiera, andò dai discepoli e li trovò che dormivano per la tristezza. E disse loro: «Perché dormite? Alzatevi e pregate, per non entrare in tentazione». (22, 41-46)
E’ Gesù stesso che prega il Padre e ci insegna come farlo. E’ la preghiera del cuore nel suo punto di arrivo: non la mia ma la tua volontà. La preghiera è una medaglia a due facce: chiedo da una parte, ma dall’altra mi rimetto alla volontà del Padre. A questo punto, se non ci esaudirà subito, Dio manderà anche a noi i suoi angeli: la consolazione dello spirito. Così contro le tentazioni Gesù ci insegna a pregare e vegliare sempre, chiedendo al Padre la fortezza, dono dello Spirito. Da oggi cerca di pregare così: con la doppia medaglia…sapendo che sarai in ogni caso esaudito!
- Gesù diceva: «Padre, perdonali, perché non sanno quello che fanno»…
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. (23, 34. 44-46)
Era verso mezzogiorno, quando il sole si eclissò e si fece buio su tutta la terra fino alle tre del pomeriggio. Il velo del tempio si squarciò nel mezzo. Gesù, gridando a gran voce, disse: «Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito». Detto questo spirò. (23, 34. 44-46)
Gli ultimi pensieri, le ultime parole di Gesù sono preghiera al Padre, per chiedere il perdono per quanti lo uccidevano e per affidarsi a Lui. L’ultimo respiro è consegnato nelle mani del Padre, quelle mani nelle quali è rimasto da quando lo Spirito lo ha fatto concepire nel grembo di Maria. Non è mai uscito dal cuore del Padre, si è nutrito della sua Parola e della sua volontà, è rimasto Figlio fino alla fine. Prega oggi questa Parola, chiedi a Dio di benedire chi ti fa del male, consegnati al Padre e chiedi il dono di poter vivere in modo degno di un figlio di Dio!
P.S. Forse non basterà la Quaresima per entrare nel cuore di queste parole:
Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo (Lc 15, 31-32)
Vi chiedo di pregare questa frase ogni giorno fino a Pasqua. Avrete grandi frutti!
Chi non riceve i nostri messaggi su whatsapp, può richiederci i due esercizi specifici per pregare questa Parola (info@martaemaria.com).
IMPEGNO MENSILE
Per Marzo, dona il frutto del digiuno al povero che hai adottato a febbraio.
APPUNTAMENTI DI MARZO:
VITINIA (Via Castel Guelfo 53) Lettera di Padre Pio e formazione sulla Santa Messa, mercoledì 8 Marzo ore 19.30
VITINIA Chiesa “Cuore agonizzante di Gesù” – domenica 12 Marzo ore 16, Rosario e Messa
SANTUARIO DOMESTICO “ Cor Unum in Matre”: mercoledì 15 Marzo ore 19 – Preghiera del cuore e meditazione teologica di Carlo Suriani (per lo spazio limitato prenotatevi su info@martaemaria.com)
SANTUARIO COR ECCLESIAE – lunedì 20 Marzo ore 19.30 - Preghiera del cuore e “Lunedì di padre Kentenich” commentati da Carlo
ROMA - Parrocchia S. Giuseppe al Trionfale - venerdi’ 24 - ore 19.15 – Lettera di Padre Pio, Adorazione, formazione sulla Santa Messa
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