Salmo 34
Salmo 34
1 Di Davide. Quando si finse pazzo in presenza di Abimèlec, tanto che questi lo scacciò ed egli se ne andò.
Alef 2 Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Bet 3 Io mi glorio nel Signore:
i poveri ascoltino e si rallegrino.
Ghimel 4 Magnificate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Dalet 5 Ho cercato il Signore: mi ha risposto
e da ogni mia paura mi ha liberato.
He 6 Guardate a lui e sarete raggianti,
i vostri volti non dovranno arrossire.
Zain 7 Questo povero grida e il Signore lo ascolta,
lo salva da tutte le sue angosce.
Het 8 L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono, e li libera.
Tet 9 Gustate e vedete com'è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia.
Iod 10 Temete il Signore, suoi santi:
nulla manca a coloro che lo temono.
Caf 11 I leoni sono miseri e affamati,
ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
Lamed 12 Venite, figli, ascoltatemi:
vi insegnerò il timore del Signore.
Mem 13 Chi è l'uomo che desidera la vita
e ama i giorni in cui vedere il bene?
Nun 14 Custodisci la lingua dal male,
le labbra da parole di menzogna.
Samec 15 Sta' lontano dal male e fa' il bene,
cerca e persegui la pace.
Ain 16 Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
Pe 17 Il volto del Signore contro i malfattori,
per eliminarne dalla terra il ricordo.
Sade 18 Gridano e il Signore li ascolta,
li libera da tutte le loro angosce.
Kof 19 Il Signore è vicino a chi ha il cuore spezzato,
egli salva gli spiriti affranti.
Res 20 Molti sono i mali del giusto,
ma da tutti lo libera il Signore.
Sin 21 Custodisce tutte le sue ossa:
neppure uno sarà spezzato.
Tau 22 Il male fa morire il malvagio
e chi odia il giusto sarà condannato.
23 Il Signore riscatta la vita dei suoi servi;
non sarà condannato chi in lui si rifugia.
Questo è un Salmo, speciale… il mio preferito! Su questo testo feci con voi, anni fa, un lavoro particolare, in più giorni, in preparazione al Natale. Ve lo ripropongo tutto intero, oggi, ci troverete qualche accenno al Natale, ma non importa al nostro fine. Segue il testo, a parte.
Prendi il quadernino a pagina 3 (preghiere di lode) e scrivi sotto: salmo 34.
Salmo 34
1 Di Davide, quando si finse pazzo in presenza di Abimelech e, da lui scacciato, se ne andò
2 Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Il Primo Comandamento ci invita ad amare Dio. Il modo più perfetto per farlo è Benedire Dio. Perché è Dio, perché è Dio per me, perché è il Mio Dio (dice ad Israele: tu sarai il mio popolo ed io sarò il tuo Dio), perché se è il Mio Dio, Lui è mio, e io sono Suo, in quanto creato e tenuto in vita da Lui. Quando? In ogni tempo. Non solo quando voglio ringraziare, o chiedere, quando sono nella gioia o nel dolore. Sempre. Con il sole e con la pioggia, in ogni ‘tempo’ della vita. Ce lo ricorda anche S. Paolo, nella I Lettera ai Tessalonicesi (5,16-18): State sempre lieti, pregate incessantemente, in ogni cosa rendete grazie; questa è infatti la volontà di Dio in Cristo Gesù verso di voi. E’ precisamente questa la volontà di Dio, che restiamo lieti, cioè senza preoccupazioni, perché abbiamo un Padre che provvede, che preghiamo sempre, di più, che ringraziamo in ogni cosa, lodando Dio anche nei giorni bui. I Santi ringraziavano per le prove, le malattie, le sofferenze… e non smettevano mai di vivere in perfetta letizia.
3 Io mi glorio nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino.
4 Celebrate con me il Signore,
esaltiamo insieme il suo nome.
Diceva S. Ireneo che gloria di Dio è l'uomo vivente. La gloria nostra è certamente Dio. Solo di Lui possiamo e dobbiamo inorgoglirci. Il cuore umile che sa di non avere nulla di suo, perchè tutto quello che è e che ha lo riceve da Dio, è il solo capace di rallegrarsi per la gloria di Dio. Come Maria, chi è umile 'magnifica' il Signore.... 'siate sempre lieti'... È Lui la nostra Gioia, quella vera. Il Tesoro che non marcisce. Uniamoci oggi a questo coro della terra e del Cielo e insieme agli Angeli, ai Santi e agli umili di tutta la Chiesa lodiamo insieme il Signore! Prega ora tutto il Salmo. Leggilo lentamente ed apri il cuore alla lode!
5a
Ho cercato il Signore e mi ha risposto
Se Lo cerchiamo (perchè Lui stesso accende in noi il desiderio di Dio), il Signore risponde. Se la risposta è garantita dalla Parola, che non può mentire, la domanda può essere inefficace, e non trovare accoglienza. Dio è verace se lo siamo anche noi. Se la ricerca non è sincera, se cerco me stesso invece di Dio, se ho cercato nei luoghi ove Dio non abita, se non ho cercato con fede, potrei non avere risposta. Viceversa, Dio si fa trovare e dona la sua risposta. Qualche volta sembra di non averla ricevuta, perchè il cuore non riesce ad ascoltare ciò che non desidera ricevere. Ma Dio è attento e vicino ad ogni domanda. È felice di essere cercato, è come un bambino che si è nascosto e non aspetta altro che di uscire allo scoperto appena ascolta qualcuno che pronuncia il suo Nome... corre per primo verso chi Lo cerca! Come desidera ascoltare da noi il Suo Nome: ... 'Padre, vieni!'
Per questo siamo stati creati in Adamo e in Gesù... perchè potessimo chiamarlo, amarlo, ricevere l'Amore... Cerchiamolo oggi con cuore amante e sincero!
5b
Da ogni timore mi ha liberato
Chiariamo subito un punto importante. Dio non sempre ci libera dal dolore. La nostra preghiera di domanda, buona perchè Gesu stesso ci ha detto di chiedere a Dio nella necessità, senza stancarci, non sempre trova in risposta 'il miracolo'. Non si prega per i miracoli ma per l'aiuto nel compiere la Volontà di Dio qualunque sia. "Chiedete e vi sarà dato". Ma il Vangelo non ci spiega cosa ci sarà dato. Qualcosa sicuramente. Spesso non quello che abbiamo chiesto. Qui il Salmo fa chiarezza: il salmista ha cercato, ha avuto risposta al suo desiderio di Dio ed ha ricevuto il dono più grande: è stato liberato dalla paura. L'intimità con Dio non ci toglie le sofferenze (pensiamo alle Vite tremende dei Santi e a Teresa che scherzava con Gesù sul trattamento che riservava ai suoi amici!!) ma ci libera dal timore di esse. E dalla paura in generale. Del futuro, del male, dell'imprevisto. Se ho Dio con me, se posso osare chiamarlo e Lui subito è al mio fianco, se mi dona forza interiore e Pace perchè confido non in me stesso ma in Lui e nei suoi imperscrutabili Disegni, allora potrei essere capace di attraversare le tempeste quasi con spericolatezza, apparendo agli occhi del mondo uno sprovveduto, un incosciente, uno che non ha i piedi per terra.... appunto...
Oggi chiedi con forza di essere liberato dalla paura. Se ami non temi. Sai di essere amato.
6a
'Guardate a lui e sarete raggianti'
Il latino, più espressivo, dice: 'respicite ad eum, et illuminamini'
Saremo illuminati se guarderemo a Lui. È stupendo questo passo... basterà guardare a Lui, stare alla sua presenza, pensarLo con cuore amante, per diventare luminosi. Non di luce nostra, ma come specchi riflettiamo fuori la luce di Dio che ci tocca. Guardiamo e diventiamo quello che abbiamo guardato. Il senso della vista, più degli altri sensi, ci unisce a quello che guardiamo. Attraverso gli occhi, quello che vediamo ci entra nell'anima e nello spirito. Questo vale per Dio ma anche per i frutti del maligno. Allora smettiamo di guardare a noi stessi o peggio al male. Deponiamo il pessimismo, la lamentela continua, il vedere solo quello che non va come dico io. Non posiamo lo sguardo sugli idoli fatti da noi stessi. Sui nostri pensieri e i nostri desideri. Guardiamo in alto, al Cielo, per ricevere la luce di Dio. Allora saremo irradiati da Lui e avremo luce per vedere dove andare, dove posare i piedi. E potremo fare luce anche a coloro che non sanno dove andare a prenderla. Tenendo bene in mente da dove arriva quella luce, per non cadere nel burrone del credere che venga da noi stessi.
6b
non saranno confusi i vostri volti (CEI 1974)
6b
i vostri volti non dovranno arrossire (CEI 2008)
La Vulgata traduce dal greco:
et facies vestrae non confundentur
Perchè insisto qui sulle traduzioni? Perchè per me questa è stata, è, una Parola importante. Dopo aver detto 'guardate a lui e sarete raggianti' aggiunge: i vostri volti non saranno confusi, non dovranno arrossire. Chi guarda a Dio non ha più conti in sospeso con se stesso, non arrossisce di vergogna per la propria miseria nè vive più nel caos. La luce di Dio, che lo ha reso raggiante, lo ha rivestito della veste di figlio amato. Lo ha battezzato a Vita nuova nell'Amore dello sguardo del Padre. Allora la mente non vaga più nel passato alla ricerca della propria debolezza, e l'anima si fa forte dell'unica sua forza: lo sguardo di Dio che lo ha ri-creato.
Non vivi più nella vergogna... quello è il suggerimento del demonio che, all'opposto di Dio, è l'accusatore, il divisore. Il Sacrificio di Gesù ti ha giustificato davanti al Padre. Non sono le tue opere secondo la legge a salvarti. Lo sguardo di Dio non giudica e non divide. Unisce. E nell'Amore non c'è più posto per la memoria del peccato, come il Padre del figliol prodigo ci insegna!
7 a
Questo povero grida e il Signore lo ascolta
Il Vangelo è pieno di poveri di ogni tipo che gridano al Signore: ciechi, storpi, sordomuti, mendicanti, genitori disperati, peccatori assetati di Dio. Nel fallimento delle soluzioni umane il povero grida a Dio, il solo che può salvarlo. E Il povero è il solo che Dio ascolta, ne accoglie il pianto, sazia la sua sete. Un ascolto che non è un semplice sentire. È un farsi carico, prendere su di sè. Farsi sempre più vicino. L'Agnello che porta il peccato del mondo. Di più... Dio si identifica con i più piccoli ('ogni volta che avete fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l'avete fatto a me' Mt 25,40). E solo a loro si rivela: 'ti benedico Padre perchè hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli' Mt 11,25.
E muta il lamento in danza...
7b
lo libera da tutte le sue angosce
7b
(lo salva.... Cei 2008)
Quasi un bis del versetto 5 ( ho cercato il Signore e mi ha risposto e da ogni timore mi ha liberato). Di nuovo ci viene detto che frutto dell'ascolto del Signore è la liberazione. Allora è qualcosa di veramente importante! Dio è Colui che ci libera. Dai pericoli, dalla malattia, dalle sventure? No. Dall'angoscia. Per cosa siamo principalmente e inconsciamente angosciati? Dalla morte. Dio ci libera attraverso il dono della Verità: 'conoscerete la verità e la verità vi farà liberi ... chiunque commette il peccato è schiavo del peccato'. (Gv 8, 32.34) Liberati dalla schiavitù del peccato, non diventiamo santi (il male può vincere una battaglia ma la conoscenza della Verità mi dona i mezzi per tornare dalla parte dei Vincitori) ma impariamo ad 'inciampare' senza angoscia perchè possiamo in ogni momento 'guardare a lui per tornare raggianti' e senza vergogna. La Parola insiste su questo concetto. La caduta non deve mai impedirci di riprendere il Cammino verso la mèta. Ed anche sul piano della nostra debolezza umana, le malattie e prove della vita non ci paralizzano più trascinandoci nella disperazione, perchè abbiamo il Padre come compagno di viaggio. Un Padre che ascolta.
8
L'angelo del Signore si accampa
attorno a quelli che lo temono e li salva (libera - Cei 2008)
Dio manda i suoi Angeli a coloro che fanno di tutto per non perdere l'amicizia con Lui. Si accampano... nel linguaggio biblico del popolo nomade si intende dire che gli Angeli non sono presenti occasionalmente ma mettono le tende, dimorano stabilmente con gli amici di Dio. Questa presenza angelica, che rappresenta Dio stesso, ci salva da ogni male. Male per l'anima, principalmente. Protezione dai lacci del nemico. Come dice il Vangelo: prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno. (Mc 16,18)
Non viviamo nella paura... oggi cerchiamo di sentire la presenza di Dio e dei suoi Angeli accanto a noi: in preghiera, in macchina, in metro, in cucina!
9 Gustate e vedete quanto è buono il Signore;
beato l'uomo che in lui si rifugia
Tutti i nostri sensi partecipano di Dio, Lui li ha voluti e pensati perchè potessimo in ogni modo godere di Lui e delle cose da Lui fatte per la nostra gioia. Possiamo lecitamente godere del creato con la vista, l'udito, il tatto, l'odorato, il gusto. Ma possiamo godere anche con i sensi spirituali. Possiamo arrivare a gustare Dio stesso! Sicuramente, in modo diremmo anche sensibile, nell'Eucarestia. Ma non solo. Si legge nelle varie Vite che San Francesco quando pronunciava il nome di Gesù muoveva la bocca come quando si gusta un boccone dolcissimo... gustava il Signore e non era più un uomo che pregava, ma un uomo diventato preghiera! Il cristiano ha due mense a cui cibarsi: l'Eucarestia e la Parola. Il Cibo è divinamente buono... "quando le tue parole mi vennero incontro, le divorai con avidità" (Ger 15,16); a noi il solo compito di gustarlo in beatitudine!
Gustare così sia la nostra mèta!
Allora allo stesso modo, con i sensi spirituali, potremo vedere il Signore con gli occhi del cuore e con Teresa potremo vivere quel 'guarda che ti guarda', senza 'fare molti ragionamenti'. Guardarlo e basta.
Veramente beato chi si rifugia in Lui come barchetta in un porto sicuro!
10
Temete il Signore, suoi santi,
nulla manca a coloro che lo temono
Che bello vedere che la stessa Parola di Dio chiama tutti noi i 'suoi santi'! Stare con Lui ci fa vivere di luce riflessa la santità di Dio! E siamo santi semplicemente e unicamente perchè siamo Suoi! Quello che appartiene intimamente al Santo è santo! Quale appartenenza può essere più appagante? Stupenda la parola SUOI! La sofferenza più grande nel mondo è credere di non appartenere a nessuno. Non è libertà, è solitudine alienante. Ma se sai di appartenere a Dio vivi la gioia più grande! E saprai che Lui ti difenderà come cosa sua! Come figlio amato, pupilla dei suoi occhi, prodigio della creazione!
Due volte appare il verbo temere. Sappiamo che il timor di Dio è uno dei sette Doni dello Spirito Santo: non si intende nel senso di aver paura di Dio, ma di rispetto, onore, adorazione nei suoi confronti. A quelli che vivranno così non mancherà mai nulla di essenziale, perchè avranno il Padre stesso con loro, e in Lui c'è tutto! La loro paura sarà di perderne l'Amicizia, di offenderlo!
Oggi innalza a Dio la tua preghiera di lode, sentendoti 'santo' cantore nel coro della Chiesa della terra e del Cielo, insieme agli angeli e ai santi di ogni tempo!
11 (Cei 1974)
I ricchi impoveriscono e hanno fame, ma chi cerca il Signore non manca di nulla.
11 (Cei 2008)
I leoni sono miseri e affamati, ma a chi cerca il Signore non manca alcun bene.
Leoni, bestie feroci, è la traduzione letterale. Il termine indica in generale gli empi. Gente senza intelligenza, solo istinto e violenza. Sono quelli che si fanno ricchi con le cose del mondo e non si accorgono che nella stessa misura in cui aumentano gli attaccamenti, diventano poveri e affamati. Possiedono cibi che non nutrono, alimenti di plastica senza calorie... e senza calore. Chi dimentica invece queste cose per cercare il Signore lo trova facilmente. È interessante che la Parola usa 'cerca' ma dovrebbe dire 'trova'. Non è uno sbaglio, chi cerca Dio subito Lo trova. Lo ha già trovato al primo cercare. E naturalmente a quel punto non ha bisogno di altro.
Se ti senti insoddisfatto o affamato fermati e corri a cercare Dio. Lui 'non lascia nulla di intentato' per stare con te... tu tenta un piccolo passo per stare con Lui... fidati di Lui, smetti di agitarti e lasciati amare... torna a Casa.
12
Venite, figli, ascoltatemi;
v'insegnerò il timore del Signore.
Qui ci fa capire ancora meglio. Se il timore fosse da intendere come paura, non ci sarebbe nulla da spiegare. Si tratta infatti di un sentimento istintivo innato in noi. Se invece si parla di un insegnamento, allora sicuramente questo timore sarà una virtù a cui tendere. Dio stesso si incarica di farsi nostro Maestro, attraverso la Parola. Ma poichè nei versetti seguenti non segue direttamente, come ci aspetteremmo, il dettaglio di questo insegnamento, mi sembra che la chiave di interpretazione possa essere l'invito 'ascoltatemi'. È l'Ascolto (con la maiuscola, cioè con il cuore amorevolmente aperto) della Parola di Dio, nella Scrittura e nel sentire interiore attraverso la preghiera profonda, che ci insegna il timore. Più lo ascoltiamo più lo conosciamo. Più lo conosciamo piu lo amiamo. Piu lo amiamo più cresce la virtù/dono dello Spirito Santo del timore di Dio. Iniziamo a capire chi è Dio. E chi siamo noi. E il cuore si apre alla lode!
13
C'è qualcuno che desidera la vita e brama lunghi giorni per gustare il bene?
Desideriamo vivere la vita? Spero che tutti rispondiamo di sì! E non c'è alcun male, anzi è cosa buona e giusta. La vita è un dono di Dio e proprio per restare nella volontà di Dio dobbiamo amarla. Sempre. E non è sbagliato desiderare una vita lunga, se il fine è gustare maggiormente il bene. Questo implica molti aspetti diversi. Possiamo desiderare una lunga vita per prepararci meglio all'altra Vita, purificandoci di più, acquistando maggiori meriti per godere Dio in Cielo. Oppure possiamo desiderarlo per poter aiutare di più gli altri, per più tempo, specialmente dal punto di vista spirituale. Ricordiamo S. Paolo che considerava un guadagno morire per stare con il Signore (Fil 1, 21), ma comprendeva che poteva essere più opportuno, per il bene della Chiesa nascente, restare ancora ad offrirsi su questa terra. Anche S. Teresa, con i celebri versi 'Moro perchè non moro' ("Desiderio del Cielo") desiderò più di ogni altra cosa morire per raggiungere l'Amato, ma non disprezzò mai la vita, spendendola fino all'ultimo in una infaticabile attività di mistica riformatrice. Allora amiamo la nostra vita, abbiamo cura del nostro corpo, della nostra anima e del nostro spirito, ma impegniamo ogni attimo di essa per il bene, iniziando da quello più grande: vivere nell'intimità divina. Allora anche noi potremo dire con S. Paolo: per me vivere è Cristo!
14
Preserva la lingua dal male, le labbra da parole bugiarde
Siamo invitati oggi alla custodia di noi stessi. Siamo abituati a custodire molte cose, i nostri familiari, la casa, i beni, la salute, ma perdiamo di vista il nostro essere. Dobbiamo allontanare il male dal nostro parlare. Non è facile. L'Antico Testamento è pieno di richiami sui peccati della lingua. È una delle vie più facili peccare con le parole. A volte sembrano veloci come il pensiero. Partono da sole senza controllo. E non è piu possibile riprenderle indietro. Sono uccelli senza nido e senza ritorno. Possono ferire più della spada, distruggere vite, portare alla disperazione. Ci sono tanti modi di usare le parole. Al servizio del bene o del male. È necessario vigilare di più su quello che diciamo, le nostre parole sono il nostro biglietto da visita! A volte il nostro parlare segue le mode, i modi di dire, le frasi fatte. Ma non basta custodire le parole ed evitare la falsità, dovremmo usare parole che parlino di Verità. Che portino luce, pace, speranza, con labbra che si aprono al sorriso. Senza dimenticare l'invito di Gesù al sì sì, no no.
15 a
Sta' lontano dal male e fa' il bene
Spesso abbiamo sentito dire, o detto noi stessi, 'non faccio nulla di male, non rubo, non uccido, non tradisco...'. Non basta stare lontano dal male, ammesso che ci riusciamo. Io non riesco neanche in questo. Siamo chiamati soprattutto ad una vita nel positivo. L'accento non deve essere tanto al non fare ma al fare. Se a volte riusciamo ad evitare di fare il male, quanto è il bene che non facciamo? La nostra è la fede del Sì. Nasce al positivo. Dio crea per amore, non per farci schiavi delle regole del Non. È via di Amore. Il no viene dopo, per meglio definire il Bene. Il nuovo comandamento dato da Gesù infatti è al positivo, amare Dio e il prossimo. Su questa linea S. Giovanni della Croce scrive ad una carmelitana: 'Dove non c'è amore, metta amore e tirerà fuori amore'. Noi pensiamo che i comandamenti siano ordini costrittivi e limitanti della nostra libertà. Invece sono positivi e liberanti, e realizzarli porta a compimento il nostro essere: ad immagine di Dio.
E se sei debole in qualche campo, impegnati doppiamente là dove sei più forte nell'amare. Compensiamo. E custodiamoci di più evitando le situazioni in cui rischiamo di fare il male, le 'occasioni prossime di peccato', come preghiamo nell'Atto di dolore.
Oggi consideriamo i nostri peccati di omissione. Dove potevo mettere Amore e non l'ho fatto?
15 b
Cerca la pace e perseguila
Ci vengono fatti due inviti: 1) Cercare la pace.
Nel nostro mondo, fatto di umanità e natura decaduta, non è facile trovare la pace. Non c'è pace tra gli uomini, tra l'uomo e la natura, tra l'uomo e Dio, tra l'uomo e quello che porta in se stesso (memoria, volontà, desiderio). Ne facciamo purtroppo tutti esperienza, la pace non è qualcosa di scontato, al contrario, va cercata. Serve una azione attiva da parte nostra, un desiderio forte che possa spingerci alla ricerca. Perchè porti frutto dobbiamo muoverci con lucidità e intelligenza, facendoci aiutare dallo Spirito Santo. San Paolo ci ricorda che la pace è uno dei frutti dello Spirito Santo, per questo dovremo lavorare insieme a Lui. Non è una nostra conquista ma un dono-frutto che scaturisce dalla nostra frequentazione dello Spirito e dal nostro pregare per riceve la Pace. Inizialmente riceveremo la Pace nel cuore, tra noi e Dio. Poi inizieremo ad unificare noi stessi, orientandoci verso l'amore di Dio, per custodire la Pace con Lui. Arriverà poi l'armonia con il creato, opera del Divino Artista. Il frutto maturo sarà la pacificazione nei rapporti con gli altri. Con la grazia di Dio arriveremo, se Lui vorrà, a smettere di difenderci, a godere del bene degli altri anche a scapito del nostro interesse, a lasciare l'ultima parola, a morire in qualcosa pur di non perdere la pace. È un lavoro lento, faticoso, nascosto in Dio. Preghiamo per avere la forza almeno per iniziare.
2) Perseguire la pace
Non basta cercare la pace. Bisogna custodirla, crescere in essa. Appena abbassiamo la guardia perdiamo quella pace faticosamente raggiunta. È necessaria una vigilanza continua, tempi di silenzio per ascoltare il cuore, orecchie attente ai primi scricchiolii per bloccare al più presto il rischio di crepe e frane nei nostri rapporti. È opportuno inoltre seminare la pace, non focalizzare tutto su noi stessi ma diventare agenti di pace, per esempio aiutando altre persone a purificare la memoria e a tentare percorsi di perdono e guarigione. Mettere pace dove vediamo il conflitto, allontanarci da discorsi di critica e giudizio, mostrare nei gesti, nelle parole, nel volto, la bellezza e la gioia del vivere la Pace, in qualunque tempesta possiamo trovarci.
16
Gli occhi del Signore sui giusti,
i suoi orecchi al loro grido di aiuto.
A cosa ci fa pensare questo versetto? All'atteggiamento di una mamma, i suoi occhi e le sue orecchie non conoscono riposo! Così è Dio. Il suo sguardo è sempre su di noi. I giusti non sono i perfetti, ma sono quelli ai quali per la fede è stata accreditata la giustizia. Sono quanti desiderano vivere la relazione con il Signore, pur tra tanti limiti. Su di loro l'occhio di Dio. Vogliamo identificarci con questi giusti. Allora capiamo che tutto nella nostra vita è sotto lo sguardo di Dio. Non può accadere nulla senza che Lui lo sappia. Allora tutto deve essere grazia... ('tutto concorre al bene di coloro che amano Dio' - Rom 8,28) in quanto voluto o comunque permesso da Dio nella mia esistenza. Non devo agitarmi se mi accade qualcosa che non capisco. Lui sa e questo mi basta. So in chi ho riposto la mia fede.
I suoi orecchi al loro grido di aiuto
Non è indifferente alla nostra preghiera, al nostro grido nel bisogno. L'invocazione fatta con fede raggiunge l'orecchio attento di Dio. Nel mio pregare (spesso distratto) non mi è mai capitato di trovare Dio distratto. So per certo che il suo orecchio raccoglie le mie parole. E le trasforma a modo suo. Rispondendo qualche volta sullo stesso tono, qualche volta precedendomi (ascoltando la preghiera non ancora espressa ma nascosta nel cuore), qualche volta stupendomi per il suo amore generoso e traboccante.
Come una Madre Dio veglia su di te. Anche mentre dormi o ti senti lontano da Lui. Soprattutto quando non lo pensi e sei più in pericolo.
Immaginalo così oggi, maternamente presso di te. Sentiti sollevato da ogni preoccupazione. Fatti bambino e riposa sulle ginocchia del Padre.
17
Il volto del Signore contro i malfattori, per cancellarne dalla terra il ricordo.
Con occhi ed orecchie materne il Signore veglia sui giusti. Lo stesso volto non perde di vista chi semina il male. Spesso ci sembra che il male agisca indisturbato nel mondo. Non è così. Con i tempi di Dio il male sarà vinto e non ne resterà neanche il ricordo. Anche il male è sotto lo sguardo di Dio. Oltre ad evitare di compiere il male, stiamone lontano anche con il pensiero. Cancelliamo da noi il ricordo del male compiuto, espiato e perdonato dal Signore, che spesso ci paralizza con sfiducia e sensi di colpa, e ci trattiene nel passato. Ma cancelliamo anche la memoria del male ricevuto. Perdonando come Dio perdona. E torniamo all'insegnamento del versetto 6: guardate a lui e sarere raggianti. Noi cristiani guardiamo ancora troppo al male. Siamo più interessati al male che fa l'altro, che al bene che compie. Abbiamo una curiosità malata che tende a cercare il negativo. Mentre dovremmo sviluppare in ogni direzione la ricerca del buono, del bello, del giusto. Siamo figli della luce! Sale, lievito! Potremo esserlo solo contemplando costantemente la Bellezza, chiedendo agli Angeli di farci attraversare le paludi senza sporcarci. Tenendo il cuore lontano dal clamore. Sottraendoci al rumore, anche a quello materiale che ci impedisce di pensare. Il male non è degno del nostro pensiero. Solo Dio lo è. E quanto più lo pensiamo, tanto più abiterà in noi. Contempla ogni giorno il cielo per cinque minuti. Di giorno o di notte, quando puoi, senza parole ma con il cuore aperto. Prova a farlo sorridendo. E qualcosa in te cambierà.
18
Gridano e il Signore li ascolta,
li salva da tutte le loro angosce.
19
Il Signore è vicino a chi ha il cuore ferito,
egli salva gli spiriti affranti.
Ci accorgiamo, pregando il salmo, che ci accompagna come un ritornello: i versetti 5, 7, 16, 18 proclamano ad una sola voce che il Signore ascolta la preghiera degli umili e li libera da ogni male. Questo è certamente il tema dominante del nostro salmo. Dio vuole invitarci in tutti i modi a vivere tranquillamente, nella sua pace. Non vuole che i suoi figli vivano nell'agitazione. Sembra scritto oggi per noi... per i nostri tempi... vissuti sotto il dominio della costante preoccupazione! Viene aggiunto un nuovo elemento, non solo ci libera dal timore e dalle angosce, ma si fa vicino a chi ha il cuore ferito. Nessun aspetto della nostra vita è indifferente a Dio. Si occupa di quello che portiamo nel cuore, le ferite profonde che ancora sanguinano e che vede Lui solo, lo spirito affranto, sfinito, prostrato dal dolore. Riflettiamo oggi su questo farsi VICINO di Dio. Facciamo memoria di quando abbiamo sperimentato questa sua vicinanza nel dolore che ha salvato il nostro spirito dalla disperazione. Vicino... più intimo a me di me stesso, dice Agostino. Dimorante in me per poter essere medico dell'anima. Tutti noi che siamo affaticati e oppressi possiamo trovare salvezza in Lui. Oggi in preghiera entra con delicatezza nella tua anima. Chiudi gli occhi... respira lentamente... Osserva senza giudizio le tue ferite e porgile a Gesù seduto accanto a te. Lascia che Lui le tocchi... le sue mani ricreano il creato e rendono nuovo tutto quello che gli lasciamo toccare... ma devi fidarti di Lui, senza paura, non è solo il medico che guarisce, è la Vita stessa... consegna a Lui ciò che è morto e riprenditi Vivo!
20
Molte sono le sventure del giusto, ma lo libera da tutte il Signore.
21
Preserva tutte le sue ossa,
neppure uno sarà spezzato.
Gli amici di Dio non sono esonerati dalle sventure. Vivono le difficoltà e i problemi come tutti. Ma le vivono da liberati. Non si sentono schiavi, preda delle sventure. In balìa del fato, del destino. Hanno la consapevolezza che, se pure vivono il dolore, non sono in una caverna, ma in un tunnel dove in fondo brilla la Luce e braccia materne ci partoriscono alla Vita. Come Gesù in Maria, così questa esistenza è nascosta in Dio e attende il tempo del parto. Il Signore veglia su di noi e nessuna prova o tentazione sarà tale da spezzare le nostre ossa: rimanendo nel Suo Amore non saremo mai provati oltre le nostre possibilità. Come avvenne per Gesù, Agnello al quale non venne spezzato alcun osso, così è per noi. La nostra struttura spirituale, restando in Lui nella prova che viene da Dio, nella tentazione permessa da Lui, nel dolore ricevuto dal mondo, non sarà mai messa in pericolo, resterà integra, in piedi proiettata verso il Cielo, protetta da Dio stesso.
22
La malizia uccide l'empio
e chi odia il giusto sarà punito.
(Il male fa morire il malvagio - CEI 2008)
Dio non vuole la morte di nessuno, anzi ha mandato il suo unico Figlio per donare a tutti la Vita. Chi fa il male si dà la morte da solo con le sue scelte di tenebra. La sua stessa malizia gli si ritorce contro e lo ripaga con la morte. 'Perché il salario del peccato è la morte; ma il dono di Dio è la vita eterna in Cristo Gesù nostro Signore' (Rm 6,23). Chi compie il male odia il giusto, ne invidia l'amicizia con Dio, per questo fa di tutto per trascinarlo dietro di sè cercando di distoglierlo da Lui. Quando stiamo per scegliere il male, pensiamo che stiamo appannando noi stessi, la nostra somiglianza con Dio. Se seguiamo le vie del male ci sembrerà di essere liberi ma ci rendiamo schiavi del maligno votati alla morte. Se scegliamo il Padre, l'obbedienza per amore filiale ci rende liberi per vivere la Vita senza fine già qui e ora nell'eterno presente di Dio. Il Giudizio è qui e giudice sei tu, sono le tue azioni e i padroni che ti sei scelto. Vuoi vivere da prediletto del Padre o schiavo del maligno condannato a morte? Il Padre ti salva e si compiace di te, ti vede come un prodigio (Sal 138), il maligno ti inganna e poi ti accusa, separandoti dagli altri e da Dio. Ogni volta che compi una scelta chiediti se porta Vita o morte, se ti avvicina a Dio o al tuo amor proprio. Contro le tentazioni ed i pensieri negativi ossessivi ho sperimentato un buon metodo che mi ha liberato: appena arrivano dico un Gloria al Padre. Funziona... La tua Vita è nelle tue mani, neanche Dio può decidere per te , ti ama troppo e ti vuole solo per amore, così come solo per Amore vuol farsi tuo Schiavo.
23
Il Signore riscatta la vita dei suoi servi,
chi in lui si rifugia non sarà condannato.
Siamo giunti alla fine del nostro salmo ma ci accorgiamo, con stupore prima mio che vostro, che ci ha accompagnato all'Incarnazione, al vero senso del Natale! Come avviene in ogni momento, fino alla fine del tempo, il nostro riscatto? Il prezzo del male commesso è così alto in ogni tempo della storia, ed in ciascuno di noi, che solo un Uomo perfettamente Figlio e perfettamente Uomo secondo il progetto di Dio, poteva pagarlo. Solo l'Uomo Dio poteva pagare il nostro prezzo e riscattarci. Nessun uomo ha mai vissuto la perfezione, la pienezza del suo essere uomo così come Dio lo ha pensato, se non Gesù. Nessun uomo ha vissuto pienamente l'obbedienza e l'amore filiale verso il Padre se non Gesù. Solo Dio stesso poteva colmare l'abisso tra Dio e la sua povera Immagine decaduta. Il Verbo viene ad incarnarsi, secondo il volere della Trinità, per pagare il riscatto e colmare con l'Amore l'abisso. Perciò a Natale, questo è il mio augurio per tutti noi, non faremo solo la lieta memoria di una Nascita speciale avvenuta in una determinata situazione nel tempo e nello spazio, nella storia, ma saremo pieni di gratitudine e di giubilo per la rinnovata consapevolezza di una Salvezza che ci sfiora ogni giorno della nostra vita, è alla porta e bussa. Chi la apre e in Lui si rifugia non sarà condannato, qualunque palude avrà attraversato. Basta aprire la porta del Confessionale per vivere il frutto dell'Incarnazione: la Riconciliazione... se ancora non lo abbiamo fatto andiamo subito! Come potremmo altrimenti vivere da Viventi il Natale? Il Bambino Gesù della Storia è ora e sempre Gesù il Cristo, il Salvatore, l'Eterno. Ne attendiamo la seconda venuta, ma siamo già nascosti in Lui, senza condanna, edificando sempre di più l'Edificio Spirituale dentro e fuori di noi, nel Cuore e nella Chiesa.
Daniela (2019)